mercoledì 28 settembre 2016

Carlo Acutis: Un S. Luigi Gonzaga dei nostri giorni

La fama di questo giovane ha raggiunto anche la Germania: P. Huber ha distribuito dei depliant su Carlo con l'ultimo numero del giornalino parrocchiale.

È un grande esempio di vita cristiana: spero che i genitori che leggeranno gli raccomandino i proprii figli.

Qui trovate un articolo su di lui.


mercoledì 14 settembre 2016

Otto Settembre: Natività della SS. Vergine e articolo su La Nazione

La Nazione ha dedicato due pagine alla nostra vicenda in cronaca di Empoli, venerdì 8 settembre. Eccole:

L'articolo sulla nostra vicenda deve essere apparso un po' sbilanciato in senso "conservatore" (vista la materia del contendere), per cui in redazione hanno pensato bene di "compensare" con un'intervista di stampo "progressista", per quanto, curiosamente ma non troppo, in ambito ecclesiale oggigiorno siano i "progressisti" i veri conservatori dello staus quo.

Nulla da eccepire, peccato però per le solite inesattezze, che ci vuole il permesso del vescovo, che "non decide solo una parrocchia", ecc.

Ma in dieci anni, i nostri parroci non hanno ancora trovato il tempo di leggerlo, il Summorum Pontificum?

Beh, speriamo che la data di pubblicazione sia un buon segno!

 


sabato 30 luglio 2016

Il sangue dei martiri e' seme di nuovi cristiani - AVVISO DI PREGHIERA

Cari lettori,

un grande raccolto è possibile!

offrite per favore fervide preghiere da oggi fino a tutta la veniente domenica perche lo Spirito Santo illumini fortemente le anime di quei musulmani che domani parteciperanno alla S. Messa.

Voglia il Signore che molti si convertano alla Santa Religione Cattolica,

l'unica Vera, l'unica Santa, l'unica in grado di schiudere a noi peccatori le
porte del Paradiso.

Siccome però il diavolo ci metterà del suo per far fallire l'intento, preghiamo
pure per i sacerdoti, che siano ispirati nelle loro omelie e celebrino in
maniera attenta e devota.


Soprattutto, che nessuno di essi commetta il sacrilegio di offrire la Santa Eucaristia ai poveri devoti di Maometto!

Caro Monsignor Galantino...

... mi dispiace tanto sai?

MA NON MI AVRETE.


Né tu, né chi ti ha fatto arrivare al posto che ricopri.

La Madonna è arrivata prima di voi.

 

 

venerdì 29 luglio 2016

Non serviam



audace è la preghiera di intercessione di Abramo a favore di Sodoma . Una città sulla quale nessuno avrebbe scommesso niente, eccetto Abramo. La sua preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi.”


N O


Sodoma fu ANNIENTATA

sotto una PIOGGIA DI FUOCO E ZOLFO.


Questa qui:


Da allora, al posto della fertile e ricca pianura di Sodoma e Gomorra, c'è il MAR MORTO.


M A R   M O R T O.


Il dialogo di Abramo con Dio rivela che ci sarebbero voluti ALMENO 10 giusti per salvare quelle città. Ma siccome non si trovarono, Dio mandò degli angeli a togliere da lì Lot e la sua famiglia,

AFFINCHÉ LA SUA IRA CADESSE SOLO SU CHI SE LA MERITAVA:
 I SODOMITI IMPENITENTI.

Ai quali S.E.R. Mons. Giuseppe Galantino rischia di far compagnia all'inferno, visto che CAMBIA LA PAROLA DI DIO e NASCONDE ai quei peccatori LA VERITÀ che sola li può salvare.


S.E.R. Mons. Galantino è un superbo manifesto:


PIEGA DIO alla propria coscienza,

perCHÉ non vUOLE piegare la propria

 coscienza a DIO.


Il semplice fedele NON È TENUTO ALL'OBBEDIENZA di fronte a lui e a pastori come lui.

Di fronte a Gesù saremo soli CON LA NOSTRA COSCIENZA. L'aveva detto il parroco/vescovo/papa” non sarà una scusa valida, di fronte al tribunale divino.


Santa Madre,

proteggici dai lupi in veste di agnelli, pastori infedeli del gregge di tuo Figlio.

Ma soprattutto

proteggi i sacerdoti fedeli 

dai loro confratelli sedotti dal demonio.




mercoledì 27 luglio 2016

Soldato di Cristo

Ripubblico dal giornale della Folgore. Speriamo che ci siano ancora tanti cattolici fra i nostri soldati: ce ne sarà bisogno, quando i russi ci invaderanno.

Emblematica la chiusura.

Concludo in questi giorni 8 anni e mezzo di comando interforze, iniziati quando nel 2004 mi venne concesso il privilegio di essere il primo Comandante del COFS, uno strumento che ci rende oggi titolari di nuove capacità che sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano guardare.
Ma oggi è del COI e a voi del COI che voglio parlare e degli intensi 4 anni e mezzo che con voi vi ho trascorso.

Penso alle mille pianificazioni sull’Afghanistan, una terra nella quale l’Italia non è un dettaglio grazie al prolungato impiego delle nostre unità al fianco del Governo afghano, impegnato in una dura guerra contro un nemico non ancora sconfitto ed anzi oggi presente, sotto altre forme, fino in Nord Africa e nel Vicino Oriente, dove continuiamo a svolgere (in Libano, Irak e Kuwait) attività fondamentali per i nostri interessi e la nostra dignità nazionale.
Penso alle missioni negli angoli più delicati del nostro spicchio di mondo, come nella RCA, nel Mali, a Gibuti e nell’indimenticabile e sfortunatissima Somalia, un Paese che continua a guardare con grande fiducia all’Italia. Evidentemente l’Italia che era laggiù fino alla prima metà del secolo scorso ha lasciato un ricordo tutt’altro che negativo.
Penso alla perdurante attività di nostre unità in aree critiche come i Balcani, resi instabili da una parcellizzazione che li espone ora a minacce difficili come quella dei foreign fighters e penose come quella della migrazione dalla penisola anatolica; e a proposito di migrazione penso allo sforzo prodotto per l’operazione EUNAVFOR MED alla quale il COI assicura le risorse umane ed info-infrastrutturali fondamentali della componente di Comando e controllo a livello strategico.
Non posso dimenticare, inoltre, gli eventi drammatici che in quei contesti hanno portato alla morte o al ferimento di molti nostri soldati (e per rimanere tra i soldati, permettetemi di ricordare il Gen.Calligaris caduto mentre addestrava giovani piloti a compiere quello che viene spesso loro richiesto in operazioni).

Abbiamo percorso molta strada insieme, pianificando e ripianificando, organizzando e riorganizzando, dando ordini e contrordini, cercando sempre di smarcarci dal ruolo di meri produttori di carte scritte e sforzandoci di fare il meglio e il giusto per le nostre unità in operazioni.
Abbiamo inoltre trasformato radicalmente il COI per adeguarlo al nuovo ritmo operativo e siamo certi che, per quanto non compiutamente percepita dall’esterno, questa trasformazione consegni all’Italia uno strumento di Comando e Controllo interforze vero, qualcosa di molto diverso da una pur importante appendice dello SMD, periferica ed inesauribile produttrice di schede ed appunti. Voi sapete di cosa sto parlando!
Consapevole dei miei personali limiti, vi confesso di essere spesso rimasto ammirato dalla vostra tempra di ottimi incassatori e da quello che sapete fare. Siete veramente bravi!
Ma il COI è uno strumento sul quale si deve investire ancora se si vuol governare un futuro che sarà sempre più complesso, come emerge chiaramente dalle cronache tragiche che ci travolgono quotidianamente dagli schermi dei nostri televisori.
Sarà, infatti, un futuro nel quale la storia sarà tornata in movimento e che non ci vedrà semplicemente minacciati da qualche organizzazione malavitosa, una di quelle che piacciono così tanto al nostro pubblico, evidentemente convinto da qualche bugiardo che non ci vuole bene, in Italia e all’estero, che si tratta di una nostra caratteristica sociale, genetica, da sbandierare con masochistica fierezza, come i moncherini del mendicante, e da fronteggiare semplicemente con qualche altro tomo di buone leggi e con una adeguata disponibilità di tutori delle stesse; e da celebrare con una bella fiction e con qualche succoso approfondimento da talk show.
Al contrario, si affaccia un’epoca nella quale dovremo tornare a guardare il mondo che rotola fuori dai confini di casa nostra con meno spocchia e maggiore rispetto, chiedendoci seriamente quale ruolo possiamo e dobbiamo avere là fuori.
Chissà che questo tuffo nella vera realtà non contribuisca a dare vigore alla nostra autostima, restituendo onore a quella forma di libertà, la sovranità nazionale, che è la ragione vera del nostro giuramento e della quale i Soldati sono da sempre i sommi sacerdoti. Chi li ignora, li disprezza o li combatte non lo fa a caso: sa benissimo a cosa fanno scudo!
Per questo, voglio esprimere tutta la mia sincera ammirazione ai giovani che hanno scelto la nostra impegnativa strada, perché so che a loro toccheranno prove che a quelli della mia generazione sono state risparmiate; …e questo, inoltre, senza poter neppure lucrare quell’affetto che una fetta della nostra società molto ben rappresentata ai piani alti parrebbe riservare solo agli illuminati sbriciolatori di Madonnine, agli indignados anti-tutto, ai non-violenti pestatori di poliziotti e ai mai sazi inventori di nuovi incredibili diritti.
Per quel che vi riguarda, marcate la differenza! Abbracciate ancor più forte i vostri doveri e lasciateglielo pure il loro affetto!
Ma oggi concludo anche il mio servizio attivo, e quindi spero che mi perdonerete se azzardo un brevissimo bilancio personale.
L’Italia alla quale volevo dedicare i miei entusiasmi, all’ingresso in Accademia 44 anni fa, era ormai diventata moderna, democratica, non violenta, moderata e solidale (ora è anche vegana).
Innamorata del presente, in trepida attesa del futuro e dimentica del passato, a farsi difendere non ci pensava proprio, visto che le avevano detto che era iniziata un’epoca di peace and love forever grazie a qualche tratto di autorevole penna che relegava le Forze Armate al ruolo di fastidiosa ed inutile necessità, resa obbligatoria solo dalla logica delle alleanze.
Ciononostante, non mi fu troppo difficile conferire un senso profondo alla mia vita di giovane soldato di mestiere investendomi almeno dell’ingenuo compito di affermare e difendere un’orgogliosa diversità rispetto al resto del mondo. Era una diversità di lingua, la più bella, di arte, la più luminosa, di religione, la più vera, di storia, la più nobile, e di famiglia, la più sana, solida e prolifica.
Temo che da allora sia cambiato qualcosa.
In ragione di questa autoinvestitura, in ogni caso, sono sempre stato più che appagato della mia scelta di vita. Grazie al mio “lavoro”, infatti, non ho mai avuto difficoltà ad individuare robuste tracce di quella che doveva essere la vecchia educazione, anche la vecchia grandezza, nel comportamento sobrio, umano, disciplinato e coraggioso dei nostri soldati, benché spesso occultato dietro un velo di troppi appellativi ed acronimi stranieri, di troppe gestualità e sonorità rock, pop, rap, di troppi berrettini e civetterie da contractor. Insomma, resto convinto che sotto una fastidiosa patina di provinciale esterofilia continuino in essi a pulsare i soldati italiani di sempre, espressione virile di un paese che può, solo grazie a loro, considerarsi Patria.
Non è quindi per un rituale artifizio retorico da praticare almeno una volta in occasioni come questa, che concludo dicendomi in debito con le Forze Armate, capaci di riempire la mia vita come nessun’altra istituzione avrebbe potuto fare.
L’hanno riempita, fin dal mio lontano tenentato al Col Moschin, iniziandomi alla ricerca ostinata – spesso coronata da successo – di modi sempre più innovativi ed entusiasmanti per rompermi l’osso del collo, in buona compagnia ovviamente.
L’hanno riempita facendomi essere della Folgore, una magnifica realtá costantemente impegnata per l’Italia e impregnata di Italia che, proprio per questo, può da sempre vantare il sordo rancore di chi, nel nostro paese, non potrà mai smettere di odiare quello che essa rappresenta. E’ anche storia di questi giorni.
L’hanno riempita, infine, lasciandomi coltivare un ostinato orgoglio di soldato italiano, italiano tutt’altro che pentito, quando correttezza politica non avrebbe potuto tollerare altro che l’invidiuzza rassegnata di un moderno ed evoluto marmittoncello da discoteca, entusiasta della sua ovvia e globalizzata subordinazione ai nazionalismi altrui.
Concludo il mio servizio attivo, quindi, ma non il Bonum Certamen al quale sono stato avviato dai miei genitori e dai racconti di mio padre, maestro elementare e soprattutto orgoglioso folgorino in AS e “non collaboratore” a lungo ingabbiato al “305”, il durissimo campo di concentramento inglese in Egitto.
Orfano di guerra della 1^GM, all’atto del secondo conflitto mondiale si era arruolato volontario, sull’esempio del padre contadino di Quattro Castella che vent’anni prima, con 4 figli all’attivo e 1, lui, in arrivo, non si era sottratto al richiamo che l’avrebbe portato alla morte.
Che forza seduttiva aveva l’Italia su quelle anime semplici! Riflettiamo, quando siamo tentati di vituperarla a causa della sua spesso disarmante rappresentazione odierna.
Ringrazio quei miei Comandanti che, con la forza del loro esempio e dei loro cazziatoni, mi hanno fatto andare quando volevo stare e stare quando volevo andare: hanno avuto ragione. Soprattutto, ringrazio i paracadutisti, gli arditi, i soldati di tutte le Forze Armate che hanno dato gambe alla marcia della mia vita.
All’Amm.Cavo Dragone, nei cui confronti comincio a nutrire sentimenti di amichevole e sincera invidia nel saperlo meritevole destinatario da oggi dello stesso orgoglio che fino a poche ore fa sentivo mio, auguro ogni fortuna, nella certezza che il suo periodo alla vostra testa sarà “grande”.
Infine, ringrazio la mia famiglia e soprattutto la mia metà, mia moglie Caterina, per il supporto, spesso rassegnato, che mi ha assicurato in questi decenni. Sta a me, da adesso, fare in modo che l’estraneo che nei giorni a venire sorprenderete a notte fonda in pigiama intento a saccheggiarvi il frigorifero sappia meritare qualcosa di più della vostra imbarazzata sopportazione.

lunedì 20 giugno 2016

Messe Tridentine – Valdarno / Lucca / Pistoia /Prato



Ecco un elenco delle Messe tridentine nella nostra zona, con le relative fonti.

"A grande richiesta", come si suol dire.

20160628 - Aggiornato con Prato.

Bientina

Chiesa di San Domenico, piazzetta dei Portici
ogni sabato: ore 18,30
preceduta dalla recita del S. Rosario
Per informazioni: coetusjr@gmail.com

Firenze

Chiesa di San Francesco Poverino - Piazza Santissima Annunziata Ogni Domenica e festa di precetto, ore 10:00 Per informazioni: tei. 055 600804 - dante.pastorelli@virgilio.it

Chiesa parrocchiale di San Salvatore in Ognissanti, Borgo Ognissanti, 42 Frati Francescani dell'Immacolata Tutte le Domeniche e feste di precetto: ore 12:00 Per informazioni: 055 2398700

Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, piazza Antinori Ogni Domenica, ore 11:30 Per informazioni: 055 - 8309622 / 8363068 - info@icrsp.com

Lucca

Chiesa dei Padri Cappuccini, Monte S. Quirico (Via della Chiesa), ogni domenica ore 8.30

Pisa

Chiesa di Sant'Apollonia
via Sant'Apollonia (dietro piazza dei Cavalieri)
Tutti i sabati: S. Messa ore 18,00
S. Rosario ore 17:40
Informazioni: comitatopisanosanpiov@gmail.com

Pistoia

Parrocchia di San Pantaleo all'Ombrone - Diocesi di Pistoia
Via San Pantaleo, 2
51100 Pistoia
Telefono 0573 571679
Cellulare 333 1410321
Sito internet: www.sanpantaleo.org
E-mail: parrocchia@sanpantaleo.org


Prato

1.  Prato : Chiesa parr. dello Spirito Santo, via Silvestri 21 - Domeniche e feste di precetto: ore 17,00 - Per informazioni 0574-28137

2.  Prato :  Chiesa di Santa Cristina a  Pimonte, via della chiesa di Santa Cristina a Pimonte n.2 - Ogni Domenica e festivi alle ore 10,00. Congregazione  dell'Oratorio di San Filippo Neri \u2013 Per informazioni Tel.: 0574595392 -

3.  Prato fraz. Paperino : Chiesa parr. San Martino, piazza della Chiesa 4 - Prima Domenica del mese: ore 16,00 - Per informazioni 0574-540120



Fonti









domenica 5 giugno 2016

Simboli II - Perché Maria (Il Nome del coetus)

1. E' per mezzo della Santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per mezzo di lei che deve regnare nel mondo.
2. Maria ha vissuto una vita molto nascosta: per questo viene chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater, Madre nascosta e segreta. La sua umiltà è stata così profonda da non avere sulla terra altro desiderio più forte e più continuo che di nascondersi a se stessa e a tutti, per essere conosciuta unicamente da Dio solo.
3. Dio, per esaudirla nelle richieste che gli fece di nasconderla e renderla povera e umile, si compiacque di tenerla nascosta agli occhi di quasi tutti: nel concepimento, nella nascita, nei misteri della sua vita, nella risurrezione a assunzione al cielo. I suoi stessi genitori non la conoscevano; gli angeli si domandavano spesso tra loro: "Chi è costei?" L'Altissimo la teneva loro nascosta; oppure, se rivelava qualcosa, infinitamente di più era ciò che teneva segreto.
4. Dio Padre ha consentito che non facesse nessun miracolo durante la sua vita, almeno di quelli appariscenti, anche se gliene aveva dato il potere. Dio Figlio ha permesso che ella quasi non parlasse, benché le avesse comunicato la sua sapienza. Dio Spirito Santo, benché fosse la sua Sposa fedele, ha fatto sì che gli Apostoli e gli Evangelisti non ne parlassero che pochissimo, il puro necessario per far conoscere Gesù Cristo.
5. Maria è l'eccelso capolavoro dell'Altissimo, di cui si è riservato la conoscenza e la proprietà. Maria è la Madre mirabile del Figlio, che egli ha voluto tenere nell'umiltà e nel nascondimento durante la sua vita; per favorirne l'umiltà egli la chiama donna, come se fosse un'estranea, benché dentro di sé la stimasse e l'amasse più di tutti gli angeli e le creature umane. Maria è la fonte sigillata e la Sposa fedele dello Spirito Santo, dove entra egli solo. Maria è il santuario e il riposo della Trinità Santa, dove Dio è presente in un modo più grande e divino che non in ogni altro luogo dell'universo, compresa la sua presenza tra i cherubini e i serafini; in lei, senza un grande privilegio, non è permesso entrare a nessuna creatura, benché purissima.
6. Io dico con i santi: la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove questi si è incarnato per opera dello Spirito Santo, per operarvi meraviglie inimmaginabili. E' il grande e divino mondo di Dio, dove egli custodisce bellezze e tesori ineffabili; è la magnificenza dell'Altissimo, dove è nascosto come nel proprio seno il suo unico Figlio e, in lui, tutto ciò che egli ha di più grande e prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha compiuto il Dio potente in questa creatura meravigliosa; ella stessa si sente costretta a proclamarlo, nonostante la sua profonda umiltà: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Il mondo non le conosce, poiché non ne è capace né degno.
7. I santi hanno detto meraviglie di questa santa città di Dio; essi, al loro stesso dire, non si sono sentiti mai così felici ed eloquenti, come quando hanno parlato di lei. Essi affermano che la sublimità dei suoi meriti, da lei elevata fino al trono della Divinità, non si può cogliere; che l'immensità della sua carità, da lei estesa oltre i confini della terra, non si può calcolare; che la grandezza del suo potere, che influisce perfino su Dio stesso, non si può commisurare; che, infine, la profondità della sua umiltà e di tutte le sue virtù e grazie, come un abisso, non si può sondare. O altezza incomprensibile! O ineffabile immensità! O smisurata grandezza! O impenetrabile abisso!
8. Ogni giorno, da un capo all'altro della terra, dal più alto dei cieli fin nel profondo degli abissi, tutto predica, tutto proclama la mirabile Maria. I nove cori degli angeli, gli uomini e le donne, di ogni età, condizione e religione, buoni e cattivi, persino i demoni, sono costretti a proclamarla beata, volentieri o no, ma per la forza della verità. Tutti gli angeli del cielo - come dice san Bonaventura - proclamano senza sosta: "Santa, santa, santa Maria, Vergine Madre di Dio". E milioni e milioni di volte al giorno le rivolgono l'angelico saluto: "Ave Maria...", e si inchinano davanti a lei, chiedendole, per grazia, di onorarli di un suo comando. Fino a san Michele, il quale - dice sant'Agostino - benché principe di tutta la corte celeste, è il più zelante nel renderle e farle rendere ogni sorta di omaggio, sempre in attesa di avere l'onore di andare, a un suo comando, a rendere servizio a qualcuno dei suoi servi.
9. Tutta la terra è piena della sua gloria, in particolare tra i cristiani, dove è scelta come patrona e protettrice di molti regni, province, diocesi e città. Tante cattedrali sono consacrate a Dio sotto il suo nome. Non c'è chiesa senza un altare in suo onore; non c'è contrada o regione che non abbia una sua immagine miracolosa, dove ogni sorta di male viene guarito e ogni sorta di bene viene ottenuto. Quante confraternite e associazioni in suo onore! Quanti ordini religiosi sotto il suo nome e la sua protezione! Quanti fratelli e sorelle, membri di associazioni, quanti religiosi e religiose di congregazioni diverse, proclamano le sue lodi e fanno conoscere le sue misericordie! Non c'è bambino, che balbettando l'Ave Maria, non la lodi; non c'è peccatore che, nella sua stessa ostinazione, non conservi una scintilla di fiducia in lei; e neppure c'è un solo demonio negli inferi che, temendola, non la rispetti.
10. Detto questo, bisogna in verità aggiungere con i santi: di Maria non si dice mai abbastanza. Maria non è ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita ancora maggior lode, ossequio, amore e dedizione.
11. E ancora, con lo Spirito Santo dobbiamo dire: "Tutto lo splendore della figlia del Re é nell'interno". Come se tutta la gloria esteriore che a gara le rendono il cielo e la terra non fosse nulla, a confronto di quella interiore che riceve dal Creatore, non conosciuta dalle piccole creature che non sono capaci di penetrare nel più intimo segreto del Re.
12. E infine, con l'Apostolo possiamo esclamare: "Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo... " le bellezze, le grandezze e le sublimità di Maria, miracolo dei miracoli della grazia, della natura e della gloria. Dice un santo: se vuoi capire la Madre, conosci il Figlio. E' una degna Madre di Dio! E qui ogni nostro discorso rimane inadeguato.
13. E' il cuore che mi ha dettato ciò che ho appena scritto, con gioia speciale, per mostrare come la divina Maria sia stata finora sconosciuta; questo è uno dei motivi per cui Gesù Cristo non è conosciuto come si dovrebbe. E' dunque sicuro che la conoscenza di Gesù Cristo e la venuta del suo regno nel mondo non saranno che la conseguenza necessaria della conoscenza della Santa Vergine e della venuta del regno di Maria, che lo ha messo al mondo la prima volta e che lo farà risplendere la seconda.

S. Luigi Maria Grignon de Montfort – Trattato della veradevozione a Maria: Introduzione

lunedì 23 maggio 2016

Aggiornamento 20160523 - Rifiuto


Sabato ci è stato comunicato il diniego alla nostra richiesta di Messe secondo il MP Summorum Pontificum. Di seguito la lettera, la mia risposta e alcune ulteriori considerazioni.

Stiamo preparando il ricorso alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei, competente in questi casi, assieme a un canonista.

Diniego


Caro G.
Ieri alla presenza del Mons. Vescovo dopo aver esaminato accuratamente con i sacerdoti dell'unità pastorale di Fucecchio la Sua richiesta per celebrazione della S. Messa secondo il Rito Straordinario in S. Maria delle Vedute, siamo giunti collettivamente al parere che in questo momento non vediamo la possibilità e disponibilità per tali celebrazioni.

Condividiamo il suggerimento del Mons. Vescovo che il gruppo stabile Maria Immacolata si potrebbe unire all’esistente già celebrazione della S. Messa secondo il Rito Straordinario presso la comunità parrocchiale di Bientina.

Per informazioni più dettagliate pregherei rivolgersi a Mons. Andrea Pio Cristiani Arciprete di Fucecchio e il vicario episcopale per l'unità pastorale di Fucecchio.
Cordiali saluti
don Giorgio

Risposta


Caro Don Giorgio,

grazie per la risposta e per il suggerimento. Che non ci è possibile mettere in pratica, visto che siamo di Fucecchio, non bientinesi.
A questo punto, come già anticipatole verbalmente, faremo come S. Paolo e ci appelleremo - però con dispiacere - a Roma.
Buona Giornata,
G.
 
Considerazioni

A fronte di un diniego privo di motivazioni e visto che la decisione è stata presa in comune dai due parroci: Don Giorgio (1x chiesa) e Don Andrea (4x chiese), bisogna osservare che:
  • i fedeli ci sono: l'associazione lo dimostra e il bacino potenziale (comprensiorio del Cuoio, empolese, Vinci, Cerreto) è davvero ampio
  • abbiamo trovato due sacerdoti stabili, forse anche un terzo
  • avremmo potuto celebrare DUE messe già in giugno
  • a Fucecchio ci sono TRE chiese ove viene celebrata un'unica Messa domenicale: ampio spazio per una Messa tradizionale alle 10:00-10:30
  • Bientina è fuori diocesi
 Infine:
  • Dio ha permesso questo rifiuto, vuol dire che ci richiede un di più di impegno, di pazienza e, va da sé, preghiera.




venerdì 20 maggio 2016

Simboli I – La Medaglia Miracolosa


In questo articolo e nel prossimo si spiegano l'origine dei simboli apposti sui documenti del coetus fidelium e come siano stati scelti.

Il primo è naturalmente l'immagine della S. Vergine, il cui titolo di Immacolata dà il nome al nostro gruppo. Essa compare sui documenti ufficiali con cui comunichiamo con le autorità.

Molti l'avranno di certo riconosciuta: è il recto della Medaglia Miracolosa di Rue Du Bac dove la Madonna apparve nel 1830 a S.Catherine Labouré.

L'idea iniziale in realtà era quella di intitolare il gruppo alla Madonna di Fatima, per tanti motivi, ma anche per uno estetico: è l'iconografia della Madonna che mi piace di più, con l'abito tutto bianco bordato d'oro e la corona sul capo, in particolare col velo regale, col ricamo floreale. C'è una statua particolarmente bella in chiesa a S. Croce sull'Arno.



Nonostante tutto però il nome non mi convinceva: inoltre non riuscivo a trovare un'immagine grafica, che potesse fungere da logo. Anche le fotografie erano difficili da usare, per via dell'inquadratura o degli sfondi multicolore.

Fu così, che, omnia cooperantur in bonum etiam Google, mi imbattei in un'immagine particolarmente bella della Medaglia Miracolosa, che ora fa bella mostra di sé sui nostri documenti.


Dopo quasi due secoli, la medaglia ormai fa parte dei devozionali cattolici ed è talmente diffusa che non ci facciamo quasi più caso: ripassandone la storia però, se ne riscopre la grande importanza.

Intanto, l'apparizione di Rue du Bac nel 1830 è la prima delle tre grandi apparizioni mariane nella Francia (e nell'Europa) del XIX secolo: quella Francia figlia prediletta della Chiesa che, caduta nelle mani della massoneria, ne subiva il terribile giogo, come lo subirono poi l'Italia, le Americhe e oggi tutto il mondo.

Sono gli appartenenti alla sinagoga, che Gesù ben definì di satana, in quorum manibus iniquitates sunt, dextera eorum repleta est muneribus: ti promettono – e pare ti diano – il paradiso in terra, con le auto, le case, i viaggi, le crociere, il cinema, internet... ma hanno le mani lorde del sangue dell'aborto, del divorzio, del “matrimonio” omosessuale e di tutte le leggi, grandi e piccole, fatte per distruggere la civiltà cristiana e la famiglia che ne è il fondamento.

Ben disse loro Dio, quando si dettero agli idoli di Canaan, e dice a noi oggi: “Non avete voluto rispettare le mie leggi. Bene: vi lascio nelle mani dei vostri nemici. Vedremo se il loro giogo sara più leggero del Mio!”

Come loro siamo diventati e peggio, perché più in alto ci avevano portato il Redentore e i suoi Santi: inquieti e mai sazii: non più pellegrini verso il Cielo, ma raminghi in un mondo al crepuscolo, col cuore più arido del deserto del Sinai. 

E tuttavia, quando le ben meritate tenebre iniziavano a diffondersi, la Madre Santissima impetrò e ottenne di poterci soccorrere e fare da lampada di vetro purissimo, che diffonde incorrotta la luce del Cristo: sulla Medaglia Miracolosa è scritto Maria concue sans peché “Maria concepita senza peccato”. La diffusione di questa devozione convinse Pio IX a proclamare il dogma dell'Immacolata Concezione.

Le altre due grandi apparizioni furono La Salette nel 1843 e Lourdes nel 1858: quest'ultima avvenuta a conferma del dogma, dopo la sua proclamazione.

È un alternarsi di messaggi di speranza e di gravi ammonimenti alla conversione, altrimenti Dio avrebbe lascaito libero corso alla propria collera. Questo ciclo raggiungerà l'apice sessant'anni dopo a Fatima, dove la Madonna chiederà a due innocenti di sacrificarsi per la propria patria, proprio quando gli adepti della sinagoga conquistavano la Russia ed emanavano la prima legge in favore dell'aborto.

E sappiamo bene cosa dovette annunciare la Madre di Dio: catastrofi umane: guerre e apostasia, catastrofi naturali e la caduta della Chiesa Cattolica, sostituita da una sua contraffazione.

È la prostituta dell'Apocalisse, seduta sulla città dei sette colli: che fornica con la sinagoga, i maomettani, gli eretici e chiama tutto questo “ecumenismo”.

“Ma Dio aveva altri piani.” Ci dicono dal Cielo per bocca di Anna Catharina Emmerick.

È la prova suprema: quando il clero stesso abbraccia il mondo e chi lo dirige e abbatte la Santa Dottrina, come Giuda, o fugge come gli Apostoli nel Getsemani, non resta che Dio: “Se sia meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, giudicatelo da voi stessi.” Lo disse S. Pietro al Sommo Pontefice di allora, cui comunque era sottoposto: vale per noi anche oggi.

Sarà – è – triste e doloroso, ma sappiamo già come va a finire: la Chiesa risorgerà, come già fece il Suo Sposo. E allora non ci sarà più spazio per i giuda e i tiepidi, i filii diffidentiae che non si sono fidati delle promesse del Cristo e han rincorso le menzogne di satana.

Il velo di Fatima dunque copre comunque questa opera: col bianco della sua purezza e l'oro della regalità di Dio.

Rendici puri Santa Madre, perché solo dalla purezza nascono il coraggio e tutte le virtù! Quanto ne abbiamo bisogno! Discerne causam nostram de gente non sancta! Fa' che fra un anno celebriamo te, Regina del Paradiso! Solo te! Lontani dagli apostati, che già si preparano a inneggiare all'eretico tedesco, il cui nome non scrivo, perché non deve apparire accanto al tuo:

Maria di Nazareth

 

 

lunedì 16 maggio 2016

Aggiornamento – 20160516

Il vescovo ha prontamente risposto all'ultima lettera circa il permesso di celebrare già a giugno (di cui all'ultimo post), rispondendo che
  • come già comunicato durante l'udienza, non pertiene al vescovo esprimersi in materia
  • non gli è parso ravvisare nei nostri parroci la disponibilità a concedere la chiesa
Per cui la questione va chiarita fra noi fedeli e i nostri parroci: il vescovo accetterà qualsiasi decisione degli stessi.

Oggi mio fratello cercherà di incontrare Don Giorgio dopo la Messa, per avere una risposta definitiva, visto che “deve decidere il vescovo” non è più applicabile.

Se dovessimo avere risposta negativa, non resta che il ricorso alla commissione Ecclesia Dei, posto che il nostro ordinario non ritiene opportuno intervenire.

A quel punto, richiederemo l'applicazione del Summorum Pontificum in una qualsiasi chiesa della città, indipendentemente dalla parrocchia.

Dal Coordinamento Toscano Benedetto XVI abbiamo ricevuto i contatti di persone esperte che speriamo ci possano aiutare in merito.

Ci affidiamo come sempre a chi di pazienza ne sa qualcosa.



Buona Pentecoste!



mercoledì 11 maggio 2016

Il tempo dell'attesa

La situazione è questa:

  • Un sacerdote ha confermato di poter celebrare un sabato di giugno: la data è fissata, non la dico per ovvii motivi
  • Un altro sacerdote potrebbe pure celebrare in giugno, me lo confermerà più avanti
  • Entrambi hanno dato la disponibilità dopo la pausa estiva, da settembre/ottobre in poi, per messe mensili
Abbiamo così ottemperato alla prova chiesta informalmente dal vescovo durante l'udienza, che la Provvidenza ci sostiene... almeno un pochino.

Il secondo chierichetto sta imparando: altra preoccupazione sollevata, che il sacerdote si trovasse sprovvisto di ministranti.

Adesso siamo in attesa di un pertugio nell'agenda di S.E.R., affinché possa incontrare di nuovo i parroci di Fucecchio e prendere una decisione definitiva.

Preghiamo i gentili lettori di pregare il Rosario con fervore affinché la decisione giunga in tempo e sia positiva.

Visto che siamo nelle mani dei nostri pastori, vediamo di mettere loro nelle mani di Maria.


lunedì 9 maggio 2016

Sacerdote, Sacerdote delle mie brame...


Allora: i fedeli ci sono... spero: dipende anche da voi che leggete!

I chierichetti pure: io e il mio fratello che sta imparando. Preparatevi a qualche svarione.

Manca l'unica persona necessaria: il  sacerdote.

Stiamo contattando varii sacerdoti in zona di cui conosciamo il recapito, o direttamente o attraverso conoscenti.

L'idea è di cominciare con una celebrazione mensile officiata da due-tre sacerdoti a rotazione, così che l'impegno non sia  troppo gravoso per i singoli e rischi di danneggiare la cura pastorale delle comunità di origine.

Forse abbiamo già due sacerdoti propensi ad aiutarci:

preghiamo tutti insieme per loro, che possano davvero confermare l'impegno.

Tutto questo, nella speranza di aiutare il vescovo nella sua opera di discernimento della nostra iniziativa e convincerlo a incaricare un sacerdote diocesano.

Offrite Rosarii e preghiere perché i nostri sforzi e quelli dei sacerdoti che ci aiuteranno siano coronati da successo!

La Richiesta Ufficiale


L'UDIENZA DAL VESCOVO

I portavoce del nostro gruppo stabile Maria Immacolata sono stati ricevuti dal vescov il 22 aprile. Nell'occasione, S.E.R. ha preso visione dei documenti e delle firme originali e ha ricevuto la richiesta ufficiale (già anticipata in precedenza via posta elettronica) di una celebrazione stabile secondo il Rito Tridentino:

 
Il vescovo, pur sostenendo un diverso orientamento liturgico, e dunque senza dare un consenso esplicito alla nostra iniziativa, non vi si è in ogni caso opposto: dipende però da noi trovare un sacerdote idoneo. Se ci riusciremo, lo considererà un segno provvidenziale.

Certamente un percorso più liscio piacerebbe a parecchi, se non a tutti: d'altra parte, a questo modo si cresce in perseveranza. In ogni caso le "risorse umane" disponibili per il nostro ordinario sono scarse di questi tempi, e dei pochi sacerdoti che ancora conoscono il Rito tradizionale, nessuno - per quanto ne so - ha voglia di rispolverarlo.

Dunque, prendiamo in parola il nostro pastore: affidiamoci alla Provvidenza e alla Sua SS. Madre, Sposa e Figlia, che anticipatamente ci ha ispirato di porci sotto il Suo manto.

Fondazione Coetus Fidelium MARIA IMMACOLATA


Anche se il rado aggiornamento del blog farebbe pensare il contrario, l'attività per promuovere la Messa tradizionale non è (fortunatamente) mancata.

Il 14 marzo si è costituito infatti a Fucecchio il

coetus fidelium Maria Immacolata:





Il vescovo ha ricevuto in udienza i portavoce il 22 aprile: nell'occasione ha preso visione dello statuto e delle firme originali e ha ricevuto la richiesta ufficiale di una celebrazione stabile della Messa tradizionale nel nostro paese.
Chi volesse aderire, anche da fuori Fucecchio, è pregato di comunicarcelo al seguente indirizzo:




Questo passo si è reso necessario per ottemperare al meglio ai requisiti posti dall Summorum Pontificum e per evitare l'obiezione che questa iniziativa fosse soltanto l'idea estemporanea di un singolo senza un reale seguito fra i fedeli.

Più avanti racconterò la storia di questi mesi di gestazione.

domenica 8 maggio 2016

Messa In Latino a Fucecchio – Aggiornamento 20160508

Chiedo scusa per la scarsa attività, ma fra lavoro e famiglia resta poco tempo per smanettare su internet, soprattutto alla sera.
Comunque l'attività riguardo alla Messa tradizionale è andata avanti, aggiornerò il blog a breve al riguardo.

sabato 6 febbraio 2016

Rorate Caeli: Intervista al Vescovo Athanasius Schneider




Questa è la traduzione di mio pugno dell'ultima intervista data da S.E.R. Athanasius Schneider, vescovo ausiliario di Astana, in Casachistan, al blog Rorate Caeli. Le enfasi sono di Rorate Caeli, alcune poche anche mie. Qui l'originale in inglese.

La traduzione è ripubblicabile liberamente previa citazione della fonte.

LA CHIESA DOPO IL Sinodo E I MISCREDENTI DENTRO LA GERARCHIA

Rorate Caeli: Circa il recente Sinodo, non ne conosceremo l'impatto giuridico che avrà sulla Chiesa per un po', perché la prossima mossa spetta a Papa Francesco. A prescindere dall'esito finale: a conti fatti, c'È già uno scisma nella Chiesa? E nel caso, cosa significa concretamente? In quale maniera si manifesterà per i semplici fedeli?

S.E.R. Schneider: Il termine ”Scisma” significa, secondo la definizione del Codice Canonico, can. 751: il rifiuto di sottomettersi al Supremo Pontefice o della comunione con coloro che al Sommo Pontefice sono sottomessi. Dobbiamo distinguere un difetto nella fede, l'eresia, dallo scisma.
Il difetto nella fede, cioè l'eresia, è in realtà un peccato maggiore dello scisma, come già disse S. Tommaso d'Aquino: “La miscredenza è un peccato commesso contro Dio stesso, in quanto Egli stesso è la Prima Verità, su cui si fonda la fede; mentre lo scisma va contro l'unità ecclesiastica, che bene minore rispetto a Dio stesso. Di consequenza, il peccato di miscredenza è in generale più grave di quello di scisma” (II-II, q. 39, a. 2 c).

La vera crisi della Chiesa ai giorni nostri consiste nel crescente fenomeno che coloro che non credono appieno e non professano integralmente la Fede Cattolica, occupano spesso posizioni strategiche nella vita della Chiesa, come professori di teologia, docenti nei seminarii, superiori di ordini religiosi, parroci, e addirittura vescovi e cardinali. E queste persone, con la loro fede difettosa, si professano sottomessi al Papa.
Il culmine della confusione e dell'assurdità si manifesta quando tali chierici in odore di eresia accusano quelli che difendono la purezza e l'integrità della Fede Cattolica di essere contro il Papa: in un certo senso scismatici, secondo la loro opinione.

Per i semplici fedeli, tale situazione di confusione è una vera sfida alla loro fede nell'indistruttibilità della Chiesa. Devono mantenere saldamente l'integrità della loro fede, secondo le immutabili verità cattoliche, che ci furono tramandate dai nostri padri e che troviamo nei Catechismi tradizionali e nelle opere dei Padri e dei Dottori della Chiesa.

Rorate Caeli: Parlando dei cattolici comuni, quali nuove sfide dovrà affrontare un semplice parroco adesso, che invece non c'erano prima del Sinodo? Quali pressioni, ad esempio il lavare i piedi alle donne il Giovedì Santo secondo l'esempio di Francesco, premeranno ancora di più sui parroci, più di quanto non siano carichi già oggi?

S.E.R. Schneider: Un tipico sacerdote diocesano dovrebbe conoscere molto bene il significato perenne della Fede Cattolica, il senso perenne così come le regole della Liturgia Cattolica e, conscio di ciò, dovrebbe essere interiormente fermo e sicuro. Dovrebbe ricordare sempre il principio del discernimento cattolico: “quod semper, quod ubique, quod ab omnibus”, cioè “Ciò che sempre, ovunque e da tutti” è stato creduto e praticato.

Le categorie “sempre, ovunque, tutti” non devono essere intese in senso aritmetico, bensì morale. Un concreto criterio di discernimento è questo: “Questo cambiamento di un'affermazione dottrinale, di una pratica pastorale o liturgica, costituisce una rottura coi secoli, o addirittura coi millennii passati? E questa innovazione fa davvero risplendere la fede più chiaramente e luminosamente? Questa innovazione ci avvicina di più alla santità di Dio, o manifesta i Divini Misterii in maniera più bella e profonda? Questa innovazione incrementa davvero lo zelo per una vita santa?”

Parlando in concreto dell'innovazione di lavare i piedi alle donne durante la Santa Messa dell'Ultima Cena il Giovedì Santo: questa Santa Messa celebra la commemorazione dell'istituzione dei sacramenti dell'Eucaristia e del Sacerdozio. Dunque, il lavare i piedi alle donne assieme agli uomini non solo distrae l'attenzione dall'Eucaristia e dal Sacerdozio, ma ingenera altresì confusione riguardo al simbolismo storico dei dodici e del sesso maschile degli apostoli. Mai la tradizione universale della Chiesa ammise la lavanda dei piedi durante la Santa Messa, bensì al di fuori di essa, in una speciale cerimonia.

Fra l'altro: il lavare pubblicamente e solitamente anche il baciare i piedi delle donne da parte di un uomo, nel nostro caso di un prete o di un vescovo, è considerato da qualsiasi persona di buon senso, in tutte le culture, come qualcosa di improprio o addirittura indecente. Grazie a Dio nessun prete o vescovo è obbligato a lavare in pubblico i piedi alle donne il Giovedì Santo, e perché non c'è alcuna norma obbligante al riguardo, e perché la lavanda dei piedi stessa è facoltativa.


LA FRATERNITÀ SACERDOTALE DI SAN PIO X 


Rorate Caeli: Una caso atipico nella Chiesa è rappresentato dalla Fraternità Sacerdotale di S. Pio X (FSSPX) [c.d. "lefebvriani", n.d.t.]. Per quale motivo, secondo Sua Eccellenza, così tanti cattolici sono spaventati dalla FSSPX o temono di essere associati ad essa in qualsiasi modo? Da ciò che Sua Eccellenza ha visto, quali doni può portare la FSSPX alla Chiesa generale?

S.E.R. Schneider: Quando qualcuno o qualcosa è poco importante e debole, nessuno ne ha paura. Coloro che temono la Fraternità Sacerdotale di S. Pio X, in fondo temono le perenni Verità Cattoliche e i loro obblighi nell'ambito morale e liturgico.

Quando la FSSPX cerca di credere, adorare e vivere moralmente come fecero i nostri Padri e i Santi più famosi durante i millennii passati, allora bisogna considerare la vita e l'opera di questi preti e fedeli cattolici della FSSPX come un dono per la Chiesa dei nostri giorni e pure come uno dei varii strumenti che la Divina Provvidenza usa per rimediare all'enormità della presente crisi generale della fede, della morale e della liturgia dentro la Chiesa.
In alcuni settori della FSSPX ci sono, comunque, come è il caso in qualsiasi società umana, alcune personalità eccentriche. Il loro metodo e impostazione mentale mancano di giustizia e carità e dunque del vero “sentire cum Ecclesia”, col pericolo di un'autocefalia ecclesiale e di diventare l'ultima istanza di giudizio entro la Chiesa.

Però, secondo la mia esperienza, la parte più sana rappresenta la maggioranza della FSSPX e io considero il loro Superiore Generale, Sua Eccellenza Msgr. Bernard Fellay, come un vero ed esemplare vescovo cattolico. C'è una qualche speranza di un riconoscimento canonico della FSSPX.


IL SINODO E LA PAPOLATRIA


Rorate Caeli: Tornando al Sinodo e concentrandoci sulla tradizione: ritiene Sua Eccellenza che i cambiamenti nella liturgia dopo il Concilio Vaticano II abbiano contribuito all'attuale crisi della Chiesa, alla crisi del matrimonio, della famiglia e della morale sociale in generale?

S.E.R. Schneider: Non porrei la questione in questa maniera. In realtà, l'origine profonda della crisi corrente nella Chiesa, la crisi del matrimonio, della famiglia e della moralità in generale, non sta nella riforma liturgica, ma nei difetti nella fede, nel relativismo dottrinale, dal quale procedono quello morale e liturgico. Infatti, se io credo in maniera difettosa, avrò una vita morale difettosa e adorerò pure in maniera difettosa e indifferente.
È necessario prima di tutto restaurare la chiarezza e la fermezza della Dottrina in materia di fede e morale a tutti i livelli e, da lì, iniziare a migliorare la liturgia. L'inegrità e la bellezza della fede esigono l'integrità e la bellezza della propria vita morale e questa esige l'inetgrità e la bellezza della pubblica adorazione.

Rorate Caeli: Ancora sul Sinodo: è chiaro, a chi ha occhi per vedere, che Papa Francesco ha portato confusione invece di chiarezza all'interno del processo sinodale ed ha incoraggiato una svolta verso la rottura [con la tradizione, n.d.t.] aumentando il ruolo dei Cardinali Kasper e Danneels, dell'Arcivescovo Cupich, ecc. Qual è il giusto atteggiamento che un cattolico deve tenere verso il papa in questi tempi travagliati? I cattolici sono obbligati a rendere noti i loro punti di vista ed a “resistere”, come disse il Card. Burke in una intervista con noi, l'anno passato, anche quando tali opinioni sono critiche verso il papa?

S.E.R. Schneider: Da alcune generazioni a questa parte regna nella Chiesa un sorta di “papo-centrismo” o di “papolatria” che è senza dubbio eccessivo rispetto alla visione moderata e soprannaturale della persona del Papa e della sua dovuta venerazione nei tempi passati. Tale eccessiva disposizione verso la persona del Papa genera, nella pratica, una comprensione esagerata e sbagliata del dogma dell'Infallibilità Papale.

Se il Papa dicesse alla Chiesa intera di fare qualcosa che danneggiasse direttamente un'immutabile Verità Divina o un Divino Comandamento, ogni cattolico avrebbe il diritto di correggerlo con il dovuto rispetto, mosso da riverenza e amore verso il sacro ufficio e la persona del Papa. Il Papa non può dire: “Io sono la Chiesa”, come fece il re di Francia Luigi XIV, quando affermò: “L'État c'est moi.” Il Papa è solo il vicario, non il successore di Cristo.

La cura riguardo alla purezza della fede è in ultima analisi compito di tutti i membri della Chiesa, che è una e un unico corpo vivente. Nei tempi antichi, prima di affidare a qualcuno l'ufficio di sacerdote o di vescovo, ai fedeli veniva chiesto se potessero garantire che il candidato avesse la giusta fede e un'elevata condotta morale. L'antico Pontificale Romanum recita: “Sia il capitano di una nave che i suoi passeggeri hanno motivo di sentirsi al sicuro oppure in pericolo durante un viaggio, per cui devono avere comunanza di intenti nel loro stesso interesse.”

È stato il Concilio Vaticano II ad incoraggiare grandemente i fedeli laici a contribuire al bene autentico della Chiesa, rafforzando la fede.

Io credo che in un'epoca in cui gran parte dei tenutarii dell'ufficio del Magistero sono negligenti verso il loro sacro dovere, lo Spirito Santo chiami oggi proprio i fedeli a scendere in trincea a difendere coraggiosamente, con un autentico “sentire cum Ecclesia”, la Fede Cattolica.


LA TRADIZIONE E I SUOI NEMICI INTERNI


Rorate Caeli: Il Papa è la misura della tradizione o non è piuttosto da questa misurato? I fedeli cattolici dovrebbero pregare perché giunga presto un papa tradizionale?

S.E.R. Schneider: Il Papa non è di certo la misura della tradizione, al contrario. Dobbiamo tenere sempre a mente il seguente insegnamento dogmatico del Concilio Vaticano I: l'ufficio dei successori di Pietro non consiste nel rendere nota qualche nuova dottrina, ma nel proteggere ed esporre fedelmente il deposito della fede trasmesso dagli Apostoli (cfr. Constitutio dogmatica Pastor Aeternus, §4).
Nell'ottemperare a uno dei suoi compiti più importanti, il Papa deve fare ogni sforzo affinché “L'intero gregge di Cristo possa essere tenuto lontano dal velenoso cibo dell'errore” (CVI, ibid.). La seguente espressione, in uso fin dai primi secoli dell Chiesa, è una delle più impressionanti definizioni dell'ufficio papale e deve essere in qualche modo una seconda natura di ogni Papa:
“Aderire fedelmente alla tradizione ricevuta fin dall'inizio della Fede Cristiana” (CVI, ibid.).

Dobbiamo pregare in ogni tempo che Dio assicuri alla Sua Chiesa Papi con una mentalità tradizionale. Sia come sia, dobbiamo credere a queste parole: “Non sta a voi di conosccere i tempi o l'ordine degli eventi che il Padre ha riservato per sé” (Atti 1:7).

Rorate Caeli: Sappiamo che ci sono parecchi vescovi e cardinali – forse la maggioranza – che vogliono cambiare il linguaggio dottrinale della Chiesa e la sua perenne disciplina, con la scusa dello “sviluppo della dottrina” e della “compassione pastorale”. Cosa c'è di sbagliato nei loro argomenti?

S.E.R. Schneider: Espressioni come “sviluppo della dottrina” e “compassione pastorale” sono di solito, in realtà, un pretesto per cambiare l'insegnamento di Cristo, contro il suo senso e integrità perenni, quali furono trasmessi dagli Apostoli alla Chiesa tutta e quali furono fedelmente preservati attraverso i Padri della Chiesa e i pronunciamenti dogmatici dei Concilii e dei Papi.

In fondo questi chierici vogliono un'altra Chiesa e anche un'altra religione: una religione naturalistica, adatta allo spirito del tempo. Tali consacrati sono veramente lupi travestiti da agnelli, che spesso flirtano col mondo.

Non coraggiosi pastori, piuttosto conigli vigliacchi.




IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA


Rorate Caeli: Oggigiorno si sente molto parlare del ruolo della donna nella Chiesa, il così detto “genio femminile”. Le donne hanno avuto ovviamente un ruolo cruciale nella Chiesa fin dall'inizio, a cominciare dalla Beata Vergine Maria. Liturgicamente però, Cristo tenne una posizione cristallina, come pure i Papi pre-conciliari. Ritiene Sua Eccellenza che il coinvolgimento femminile nella liturgia, che sia il partecipare alla Messa moderna o il fare i chierichetti, abbia avuto un effetto positivo o negativo sulla Chiesa negli ultimi quarant'anni?

S.E.R. Schneider: Non c'è alcun dubbio che il coinvolgimento delle donne nel servizio liturgico all'altare (leggere le Letture, servire all'altare, distribuire la Santa Comunione) rappresenti una rottura radicale con l'intera e universale tradizione della Chiesa. Ergo, tale pratica va contro la Tradizione Apostolica.

Questa pratica ha dato alla liturgia della Santa Messa una chiara impronta protestante e la caratteristica di un incontro informale di preghiera o di un evento di catechesi. Questa pratica è certamente contraria alle intenzioni dei Padri del Concilio Vaticano II e non ve ne è la minima indicazione nella Costituzione sulla Saccra Liturgia [Sacrosanctum Concilium, n.d.t.].



LA MESSA TRADIZIONALE IN LATINO



Rorate Caeli: Sua Eccellenza è ben nota per celebrare la Messa Latina tradizionale in molti luoghi attorno al mondo. Quali sono, secondo Sua Eccellenza, gli insegnamenti più profondi tratti dal celebrare la Messa Latina, come sacerdote e come vescovo, che altri preti e vescovi posso sperare di guadagnare dicendo la Messa tradizionale essi stessi?

S.E.R. Schneider: Le lezioni più profonde che ho imparato dal celebrare la forma tradizionale della Messa sono questa: io sono soltanto un povero strumento di un'azione soprannaturale ed eminentemente sacra, il cui celebrante principale è Cristo, l'Eterno Sommo Sacerdote. In un certo senso, durante la celebrazione della Messa, mi pare di perdere la mia libertà individuale, perché le parole e i gesti sono prescritti fin nei loro minimi dettagli ed io non ne posso disporre. Sento, nel profondo del cuore, che io sono solo un servo e un ministro e che, pure in piena libertà, con fede e amore, compio non la mia volonta, ma quella di un Altro.

Il rito tradizionale e vecchio di millenni della Santa Messa, che non fu cambiato neppure dal Concilio di Trento, perché l'Ordo Missae prima e dopo il Concilio rimase quasi identico, proclama e annuncia potentemente l'Incarnazione e l'Epifania dell'ineffabilmente santo e immenso Dio, che nella liturgia, come “Dio con noi”, come “Emmanuele”, diventa così piccolo e vicino a noi.

Il rito tradizionale della Messa è una declamazione del Vangelo altamente artistica e allo stesso tempo potente, che realizza l'opera della nostra salvezza.

Rorate Caeli: Se Papa Benedetto è corretto nel dire che il Rito Romano attualmente esiste (per quanto strano) in due forme, piuttosto che in una sola, perché non è ancora avvenuto che a tutti i seminaristi sia richiesto di studiare e imparare la Messa Latina tradizionale, come parte del loro addestramento? Come puè un parroco di S. Romana Chiesa non conoscere entrambe le forme dell'unico rito della sua Chiesa? E come possono ancora così tanti cattolici vedersi negati la Messa e isacramenti tradizionali, se rappresentano una forma equivalente?

S.E.R. Schneider: Secondo le intenzioni di Papa Benedetto XVI e le chiare norme dell'Istruzione Universae Ecclesiae tutti i seminaristi cattolici debbono conoscere la forma tradizionale della Messa ed essere capaci di celebrarla. Lo stesso documento afferma che questa forma della Messa è un tesoro per l'intera Chiesa. Dunque lo è per tutti i fedeli.

Papa Giovanni Paolo II diramò un'appello urgente a tutti i vescovi affinché accogliessero generosamente il desiderio dei fedeli riguardo alla celebrazione della forma tradizionale della Messa. Quando chierici e vescovi impediscono o limitano la celebrazione della Messa Latina tradizionale, non obbediscono a ciò che lo Spirito Santo dice alla Chiesa ed agiscono in un modo altamente anti-pastorale. Si comportano come i padroni del tesoro della liturgia, che però non appartiene loro, visto che ne sono soltanto amministratori.

Nel negare la celebrazione della Messa Latina tradizionale, impedendola o discriminandola, si comportano come un'amministratore infedele e capriccioso che, contro le istruzioni del padrone di casa, tiene la credenza sotto chiave o come una matrigna cattiva che dà ai bambini un magro pasto. Forse questi chierici temono il grande potere della Verità irradiantesi dalla celebrazione della Messa tradizionale.
La Messa tradizionale è come un leone: lasciala libera e si difenderà da sé.



LA RUSSIA NON È STATA ANCORA CONSACRATA ESPLICITAMENTE



Rorate Caeli: Ci sono molti russi ortodossi dove vive Sua Eccellenza [Casachistan, n.d.t.]. Alessandro di Astana o chiunque altro del Patriarcato di Mosca ha chiesto a Sua Eccellenza riguardo al recente Sinodo o circa quanto sta accadendo alla Chiesa sotto Francesco? Interesserà loro mai, a questo punto?


S.E.R. Schneider: Quei prelati ortodossi con cui sono in contatto, di solito non sono molto al corrente delle attuali disute interne alla Chiesa Cattolica, o almeno non ne hanno mai parlato con me. Comunque, anche se non riconoscono il primato giurisdizionale del Papa, essi guardano a lui come al primo ufficio gerarchico nella Chiesa, dal punto di vista del protocollo.

Rorate Caeli: Manca appena un anno dal centesimo anniversario di Fatima. Da quel che se ne può capire, la Russia non è stata ancora consacrata al Cuore Immacolato di Maria e di certo non convertita. La Chiesa, per quanto sempre senza macchia, è in piena confusione, forse peggio che durante la crisi dell'eresia ariana. Le cose peggioreranno ancora, prima di vedere un miglioramento? E come si dovrebbero preparare dei cattolici veramente fedeli a ciò che sta per succedere?

S.E.R. Schneider: Dobbiamo credere fermamente: la Chiesa non è nostra, né del Papa. La Chiesa è di Cristo ed Egli solo la regge e guida indefettibilmente, anche nei più oscuri periodi di crisi, come la nostra attuale situazione è di certo.
Questa è una dimostrazione del carattere Divino della Chiesa. La chiesa è essenzialmente un mistero, un mistero soprannaturale, e non possiamo approcciarla come facciamo con un partito politico o una società puramente umana. Allo stesso tempo, la Chiesa è umana e al suo livello umano essa sta oggi sostenendo una angosciante passione, partecipando a quella di Cristo.

Si può ritenere che la Chiesa ai giorni nostri venga flagellata come Nostro Signore, spogliata come fu Nostro Signore, alla decima stazione della Croce. La Chiesa, nostra madre, sta venendo stretta in lacci non solo dai nemici di Cristo, ma anche da alcuni suoi collaboratori nelle file del clero, anche dell'alto clero, in certi casi.

Tutti i buoni figli di Madre Chiesa, come coraggiosi soldati, devono cercare di liberare questa madre: con le armi spirituali di difendere e proclamare la verità, promuovere la liturgia tradizionale, l'Adorazione Eucaristica, la crociata del S. Rosario, la battaglia contro il peccato nella vita privata e anelando alla santità.
Dobbiamo pregare che il Papa possa presto consacrare esplicitamente la Russia al Cuore Immacolato di Maria; allora Ella vincerà, come la Chiesa ha pregato fin dai tempi antichi: “”Gioisci o Vergine Maria, perché tu sola hai annientato tutte le eresie nel mondo intero” (Gaude Maria Virgo, cunctas haereses sola interemisti in universo mundo).

sabato 23 gennaio 2016

Da Massarella con amore

Lunedì mattina trovo una chiamata persa sul cellulare italiano, da un numero Wind. Dopo un mio tentativo andato a vuoto, vengo contattato da un signore di Massarella: tipica inflessione degli anziani delle Cerbaie, che mi fa, più o meno: "Ma... è Lei quello della messa in latino?"
"Sì, mi chiamo ..."
"Io mi chiamo P.G. sono di Massarella! Guardi io sono interessato, una volta cantavo il gregoriano! Il Kyrie, il Credo... ho un altro paio di amici... ma voi come la celebrate?"
Allora ho raccontato un po' lo stato dell'iniziativa e ho aggiunto:
"L'intenzione è di celebrare la messa festiva completa, con Asperges, Kyrie e tutto il resto: anche perché chi non è abituato, alla messa letta si troverebbe troppo spaesato. Comunque sono contento, ci sarà bisogno di persone che conoscano i canti!"
"Via, il gregoriano è facile!" tutti è bene che sappia cantare, ci sarà bisogno! Ma come ha saputo di questa iniziativa?"
"L'ho letto sul giornale!"
"Comunque grazie davvero della chiamata, la informerò non appena fissiamo la messa!

A questo punto ho pensato che fosse stato il Dott. P. e l'ho ringraziato per email, chiedendogli copia dell'articolo per pubblicarlo. Invece stasera la mi' mamma, che ci ha parlato, mi ha detto che non è stato lui ma qualcun altro.

Siccome non so ancora chi sia il reporter misterioso, in attesa che si palesi ringrazio il suggeritore in alto loco:


Grazie San Michele!

* Che è celebrata sottovoce, i fedeli sentono poco o nulla, non devono nemmeno rispondere.

Messa In Latino a Fucecchio – Aggiornamento 20160123

Sono in attesa della risposta del vescovo. La lettera che ho scritto su invito di Don Giorgio è in calce a questo articolo. Molto saggiamente, Don Giorgio ha approfittato dei primissimi giorni a S. Miniato di Mons. Migliavacca per presentargli l'iniziativa, prima che venisse preso dal turbine della routine lavorativa.

A questo punto, c'è bisogno di una cosa soltanto: pazienza e preghiere. Al resto ci pensano gli angeli custodi.

Per incoraggiare i sostenitori, posso dire che c'è già stato un articolo di giornale a proposito di questa iniziativa, da me non sollecitato. Non so nemmeno chi l'abbia scritto. Ne parlo nella mia prossima notifica su questo blog.